Le valigie dei nostri genitori

Nessuno strumento che consentiva loro di comunicare, lontano era la casa, la famiglia i loro amati luoghi. Felici erano di potere ricevere e affrontare qualunque lavoro gli poteva dare loro l'opportunità e la speranza di potere fare Famiglia e crescere i propri figli. Tante sono le storie chiuse dentro le tante valige come queste che vediamo in cui portavano poche cose.

Gualdo Tadino Umbria: MUSEO REGIONALE DELL'EMIGRAZIONE Pietro Conti
Foto eseguite da Vincenzo Caci con gentile autorizzazione del Centro di Ricerca sull'Emigrazione Italiana Gualdo Tadino 

Tutti noi abbiamo una "valigia" APRIAMOLA.



La banalità di una valigia chiusa. 


Ogni giorno penso ai grandi sacrifici che i nostri genitori hanno dovuto sopportare nell'andare in terra straniera per avere opportunità di un minimo di speranza per il loro futuro. 

Ai miei genitori e tutte le loro sorelle e fratelli, che hanno dovuto lasciare la propria terra con solo una valigia e tanta energia e voglia di fare va il mio eterno ringraziamento. 


Nessuno strumento che consentiva loro di comunicare, lontano era la casa, la famiglia i loro amati luoghi. 


Felici erano di potere ricevere e affrontare qualunque lavoro gli poteva dare loro l'opportunità e la speranza di potere fare Famiglia e crescere i propri figli. 


Tante sono le storie chiuse dentro le tante valige come queste che vediamo in cui portavano poche cose. 


Dal nulla, molti di loro sono riusciti, anzi la maggior parte di loro è riuscito a creare un minimo di ricchezza per il proprio futuro, la propria famiglia e per i loro figli. 


Non posso dimenticare ciò che i nostri genitori hanno fatto per noi. 


A loro il mio quotidiano pensiero, con loro condivido il mio desiderio che il loro sacrificio non sia stato invano e sono certo che non sarà invano. Il motivo è semplice:  lo spirito che ci hanno trasmesso, il talento inespresso che avevano è stato a noi trasmesso ed è dentro ciascuno di noi. Un potenziale immenso che abbiamo in dovere di sviluppare anche in loro memoria ed in particolare per il futuro dei nostri figli. 


Oggi ogni cosa è a nostra disposizione, gli strumenti della comunicazione moderna fanno si, che i più lontani luoghi possano essere vicini, si condividono amicizie attraverso strumenti che ai tempi dei nostri genitori erano inimmaginabili. Li usiamo anche per lavorare e sviluppare relazioni che possano portare maggiore benessere. 


Non possiamo essere tristi, infelici, illusi davanti alla grande ricchezza che ci è stata costruita e donata. La loro condizione non la definivano Crisi era uno situazione che vivevano e con tanta Forza hanno trasformato in una nuova Era. 


Dobbiamo continuare anzi ritornare ad innovare e credere nelle nostre capacità come lo facevano loro con semplici strumenti. Anche creando semplici cose. 


Pensare ogni giorno a mio Padre mi dona FORZA, la forza che lui portava dentro di se, mi illumina e mi da idee, spesso quando mi trovo in difficoltà penso a Lui, mi domando come avrebbe affrontato ai suoi tempi la situazione. 


La risposta è sempre la stessa: con pace, serenità,  buon senso ed onestà, cercare una via che possa cambiare le cose. Ma sopratutto una cosa mi ha insegnato: non arrendersi MAI.  


Questo pensiero quotidiano mi da forza, la quale dona il sorriso e la voglia di fare e condividere il proprio sapere con il prossimo e fa si che non possa mai dimenticare la nostra storia e le nostre origini. 


Desidero condividere questa Forza con tutti coloro che l'apprezzano e a loro volta possano illuminarsi con delle nuove idee. Anche le più semplici creano ricchezza e non deve essere solo economica. 


Il mio pensiero presentato così può sembrare banale, penso invece che banale sia arrendersi, banale è non osservare le difficoltà altrui, banale è non comunicare e diffondere la conoscenza, banale è pensare di non avere un futuro, banale è non chiedere aiuto o attenzioni, banale è non avere il coraggio di presentarsi, banale è nascondersi e pensare che megli che arrivi il disastro, banale è pensare che è colpa del prossimo, banale è non credere nella Famiglia e nella società a cui apparteniamo. Banale è scappare dalle proprie responsabilità. Banale è credere che per creare Pace vi debba essere prima una guerra. Poi di banale vi sarà tanto altro. 


Spero invece di scoprire dentro queste valigie le tante storie di successo, dei talenti che sono stati portati nel mondo e che hanno creato ricchezza, prosperità e Pace. Spero tanto che anche con la banalità si possa tornare a fare cose reali, semplici, belle. 


 Aprire le valigie per me è un significato grande: è come aprire l'anima di una storia di un talento che merita di essere scoperta. 


Tutti noi abbiamo una "valigia" APRIAMOLA. 



Articolo grazie al contributo e l'ispirazione di: 


Fabio Rossini, Emilio Agostinelli, Claudio Casati, Luca Scandroglio, Valter Boj, Isabel Freitas, Laura Gatti, Rosi Andreoli, Margherita Gregori, Luca Margherita, Giuseppe Rognoni, Andrea Di Mauro, Tiziana Terazzan, Filippo Gurgone, Rodolfo Rocchetti, Marika Orlando, Giorgio Marcon, Filippo Langelli, Ilaria Bellini, Gaetano Cataldo, Maurizio Poli, Enrico Defendi, Vincenzo Caci & tanti amici, Artigiani, PMI, Start Up, Persone in cerca di lavoro, Giovani che studiano sperano in un futuro, dedicato a tutte le Famiglie.