Le realtà della Val Colla

L’istituto del Patriziato si amalgama in modo perfetto nel tessuto pubblico e sociale del Canton Ticino, infatti, il ruolo dei Patriziati è da sempre un elemento determinante per dare ai Patrizi (cittadini), la consapevolezza della gestione dei beni d’uso comune.

Intervista a Cherubina Ravasi "Le realtà della Val Colla"

Gentile Sig.ra Ravasi, può raccontarci quale è stato il ruolo dei patriziati negli ultimi 30 anni? Quali ricordi ha della sua infanzia che la legano all’attività dei patriziati?


L’istituto del Patriziato si amalgama in modo perfetto nel tessuto pubblico e sociale del Canton Ticino, infatti, il ruolo dei Patriziati è da sempre un elemento determinante per dare ai Patrizi (cittadini), la consapevolezza della gestione dei beni d’uso comune. La gestione di questi beni, dai boschi agli alpeggi per arrivare addirittura a terreni molto pregiati e a porti lacustri, rappresenta il vero scopo del Patriziato. Negli ultimi anni, segnatamente l’aprile 1992, da quando cioè fu portata sui banchi del Gran Consiglio la nuova Legge Organica Patriziale (LOP), che proponeva differenze sostanziali da quella vigente, non si poté fare a meno di notare come, nuovo entusiasmo e riscoperta del Patriziato stesso, assumessero improvvisamente una maggior rilevanza. Che persiste tuttora. I ricordi legati alla mia infanzia ruotano prevalentemente attorno al Patriziato e al Comune. Le famiglie, molto unite, venivano addirittura contraddistinte con un soprannome, che si basava su caratteristiche particolari, a volte difetti, altre, qualità. Seppur in modo lieto e scherzoso, il filo conduttore risiedeva nel grande rispetto per gli argomenti di discussione famigliare. Dal bando di concorso del taglio della legna alla posa del filo a sbalzo e via di seguito, fino al ripristino dei sentieri montani che portavano all’Alpe di Piancabella (1600 m). In sostanza veniva applicato il pensiero di Max Weber, 1995, “nella comunità vicinale si praticava un’attività comune, di vicinato che permetteva di soddisfare quei bisogni che sorgevano da situazioni di particolare pericolo ed a cui la comunità famigliare non poteva far fronte”.


Il progetto di aggregazione è un progetto che porterà alla Città di Lugano un valore aggiunto anche a livello di offerta turistica: percorsi e piste dedicate si offrono al turista che decide di spingersi su un territorio facilmente accessibile dalla Città ma che preserva ancora delle caratteristiche legate in modo imprescindibile alla particolarità di questi spazi. Quali sono le caratteristiche e che cosa offrono i Comuni della Val Colla all’occhio, al palato, e all’udito del turista?


Il piacere della conoscenza e il sentimento della natura, manifestato attraverso l’escursionismo immerso nel paesaggio, con le emozioni che ci trasmette e che spazia dai picchi dei Denti della Vecchia, dalla Cima di Foiorina, dal Gazzirola fino al fiume Cassarate e alla dolcezza carezzevole del Monte Baro. Basta una passeggiata di primo mattino a piedi o in mountain bike per instaurare il vero contatto con la montagna e con il bosco e i rumori primordiali della natura. Per la condivisione e il palato ci sono un paio di strutture, a Maglio di Colla e una di recente riapertura a Bogno; le stesse favoriscono alloggio, mentre nei ristoranti e nei grotti si tende a far gustare le primizie locali, quali i formaggi degli alpeggi, i funghi e la selvaggina.


Come coesiste una storia che ha origini così lontane come quella dei patriziati con l’evoluzione contemporanea della Città, una città che persegue il cambiamento nella sua accezione più positiva, preservando anche la memoria e i vessilli del passato?


A furia di ripetere le parole di Diogene, penso che un giorno o l’altro, lo stesso verrà a chiedermi i diritti d’autore!

Ma, come spesso si parla del “futuro” che diventa subito il “passato”, senza passato non ci sarebbe futuro perché è dal passato che possiamo prevedere il futuro. La risposta del Patriziato, con i suoi nobili scopi, ne è il segno tangibile e rappresenta l’auspicio migliore per il futuro. Benvenuti, quindi, innovamento ed evoluzione, se fondati su ottime basi.


Quali sono gli autori della messa in opera della Nuova Lugano, i fautori di questo progetto sicuramente molto impegnativo e lungimirante?


I primi segnali giunsero tanto tempo fa dalla valle. Agli inizi del 2000 ci recammo dal Sindaco di Lugano, Onorevole Giorgio Giudici, in due, la sottoscritta, Sindaco di Cimadera e il Signor Aurelio Soldati, allora Municipale del Comune di Val Colla Gli presentammo il nostro quasi avveniristico progetto: l’aggregazione dei quattro Comuni della valle con Lugano. Da quel giorno il Sindaco Giudici divenne il nostro principale alleato e convinto sostenitore del progetto, facendo accettare il principio anche in città. Il suo grande entusiasmo è stato stimolo anche per noi. E gli dobbiamo un ringraziamento sincero. Gli anni passati poi ad appianare i cavilli con il Governo a Bellinzona, che nel frattempo aveva inserito anche Cadro e Sonvico nel progetto, hanno contribuito a far sì che la cittadinanza capisse l’importanza ottenendone la condivisione e accettazione.