Lugano: cerimonia pubblica al cimitero il 18 luglio
Fino al 1925 i Ciani ebbero la loro tomba, abbellita da un’opera scultorea di Vincenzo Vela, nel cimitero monumentale di Milano. Le loro salme furono però esumate e dopo varie peripezie agli inizi degli anni Ottanta di quel secolo le loro urne funerarie furono trasferite nel cimitero di Ameno, vicino al Lago d’Orta, e deposte nel loculo dei Decio, famiglia imparentata con i Ciani.

I resti mortali dei fratelli Ciani trasferiti a Lugano
Gentili Signore, egregi Signori,
giovedì 18 luglio, alle 18h, sarà inaugurata nel cimitero di Lugano la tomba monumentale con i resti mortali dei fratelli Ciani, traslati lo scorso 4 giugno da Ameno (provincia di Novara). Il nuovo monumento consiste in un manufatto in granito bocciardato con epigrafe incisa sulla superficie superiore e verniciata in nero, collocata all’interno di un’aiuola che affianca il viale centrale del cimitero nei pressi dell’ingresso principale. La tomba accoglierà anche i resti mortali di Antonio Gabrini (1814-1908), che per parte di madre era imparentato con Giacomo Ciani e da quest’ultimo allevato come un figlio. Alla cerimonia, aperta a tutta la popolazione, prenderanno la parola la municipale on. Giovanna Masoni-Brenni, Niccolò Lucchini e Mario Alberti della Fondazione Ciani, Antonio Gili, direttore dell’Archivio storico comunale, e l’avv. Luigi Decio di Milano, discendente dei Ciani.
Fino al 1925 i Ciani ebbero la loro tomba, abbellita da un’opera scultorea di Vincenzo Vela, nel cimitero monumentale di Milano. Le loro salme furono però esumate e dopo varie peripezie agli inizi degli anni Ottanta di quel secolo le loro urne funerarie furono trasferite nel cimitero di Ameno, vicino al Lago d’Orta, e deposte nel loculo dei Decio, famiglia imparentata con i Ciani.
Pertanto, se ne persero le tracce, privando i posteri di un luogo significativo in cui potere commemorare pubblicamente i due fratelli. I Ciani sono dunque tornati idealmente a Lugano, dove trascorsero più della metà della loro vita adulta, mentre nessun legame ebbero con Ameno.
La loro villa nel Parco Civico venne costruita da Luigi Clerichetti nel 1840-43, architetto milanese che progettò per conto di Giacomo anche l’Hôtel du Parc (poi Palace), sul lungolago accanto alla chiesa degli Angeli. Inizialmente (1906) Lugano dedicò ai Ciani l’attuale Corso Elvezia e in seguito (1942) la strada che corre parallela al fiume Cassarate, tra Via della Madonnetta e il Cinestar.
I Ciani discendono da una famiglia ticinese originaria di Leontica nella Valle di Blenio, emigrata nella capitale lombarda agli inizi del Settecento. Carbonari e mazziniani, ebbero parte all'insurrezione piemontese del 1821, ciò che li costrinse all’esilio prima in Svizzera, poi a Londra e infine a Ginevra.
Nel Cantone Ticino diedero un contributo determinante alla caduta del regime autoritario dei landamani e al trionfo della riforma liberale del 1830, anno in cui fu loro conferita la cittadinanza. Banchieri di professione, finanziarono la stampa e varie società liberali.
Giacomo (1776-1868) e Filippo Ciani (1778-1867) sono figure dominanti nelle vicende politiche ticinesi dell’Ottocento. A Lugano, dove vissero stabilmente dal 1833 fino alla morte, si distinsero per le loro iniziative d’interesse pubblico, come lo sviluppo sociale ed economico e l’educazione popolare.
Giacomo fu deputato al Gran Consiglio ticinese (1830-1868), alla Dieta federale (1841) e al Consiglio nazionale (1858-1860). Filippo fu prima deputato al Gran Consiglio ticinese (1839-1847) e in seguito Consigliere di Stato (1847-1852),alla guida del Dipartimento della pubblica educazione.
Nel 1842 Giacomo rilevò la stamperia Ruggia e fondò la Tipografia della Svizzera Italiana, che pubblicava opere di cospirazione antiaustriaca, che cessò la sua gloriosa attività nel 1851. Giacomo contribuì allo sviluppo della tessitura serica, diede impulso al turismo alberghiero con la costruzione a Lugano dell'Hôtel du Parc (1855), e fu tra i promotori del ponte-diga di Melide (1847) e della navigazione a vapore sul Ceresio.
Filippo, che si dedicò anche a studi di sociologia, legò il suo nome a numerose iniziative filantropiche, fra le quali spicca la fondazione nel 1844 di un asilo d'infanzia a Lugano. Nel 1841 promosse la creazione di un nuovo carcere, realizzato però solo dopo la sua morte.
Anna Poletti
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